Mountain Bike 2012 - Val di Sole (Trentino)

Ecco qui un breve racconto per ricordare il bellissimo viaggio in MTB nella Val di Sole.
Un diario che racconto in parte come “cronista”, non avendo partecipato alle escursioni in quota; ho però condiviso le uscite in bici con la mente e con il cuore, e con un leggero velo di dispiacere per non aver potuto pedalare su questi sentieri che si sono rivelati impegnativi ma bellissimi.

La Val di sole ci ha accolto con 3 giornate splendide: cieli azzurri, temperature gradevolissime, panorami mozzafiato … insomma dopo il meteo uggioso e freddo dell’anno precedente ce lo meritavamo! Il viaggio era incentrato sulla scoperta di questa valle del Trentino dove la MTB riveste un ruolo di primo piano, tant’è vero che negli ultimi anni è stata sede di numerosi appuntamenti mondiali della MTB.

Ci aspettavano come detto percorsi impegnativi ma di grande soddisfazione paesaggistica.

Siamo in 14, tutti bikers anche se un paio a mezzo servizio… : uno sarei io, che dopo l’infortunio non mi potevo ancora azzardare per i sentieri, e l’altra è Claudia (bravissima) che invece ha condiviso con me le tranquille pedalate lungo la ciclabile … e non solo, perché l’ascesa al Lago dei Caprioli, 3 km con pendenze medie del 10%, se l’è fatta quasi tutta in bici.

I bikers 100% invece sono: Mario Parri, Antonio Miano, Carmela Pace, Marcello Guerrini, Andrea Tamagnini, Andrea Monaci, Gianni Antichi, Stefano Becatti, Paolo Cortesi, Simone Fusi, Simone Pagni, Tiziano Dominici.

Arriviamo a Dimaro al giovedì in 12, in quanto Simone Pagni - Pione per non confonderlo con l’altro Simone, maratoneta a piedi ed a parole nonché ottimo biker - arriverà insieme a Tiziano venerdì sera). Viaggio tranquillo, alle 20 siamo in albergo giusti giusti per la cena.

Venerdì 15 giugno

 Sveglia alle 7.30, colazione e pronti per partire!

In programma il giro del Monte Pèller (non Pellér alla francese come si diceva noi…). Giro non lunghissimo, sui 40 km, ma che sulla carta sembra essere impegnativo, e di fatto così sarà. Dimaro, la nostra sede di tappa, si trova infatti a 770 mt di altitudine, mentre l’escursione prevede di arrivare ad oltre 2100 mt di altezza, insomma un bel dislivello da fare!

La partenza è fissata alle 9,30. Nella prima parte si pedala tutti insieme lungo la ciclabile fino a Malè, dove è previsto il bivio dei percorsi.

Io e Claudia proseguiamo sulla ciclabile per circa 15 km, fino alla località Ponte di Mostizzolo dove finisce la pista. Purtroppo la pista termina nella strada statale e per il rientro non abbiamo tanta scelta; torniamo quindi indietro, fermandoci in una delle numerose aree di sosta (a Caldes, dove quest’anno ha fatto tappa il Giro d’Italia) per la pausa pranzo. Si rientra poi all’albergo con tranquillità, alla fine saranno ben 40 km di pedalata ma molto rilassante!

Gli altri invece si inerpicano per la durissima salita che aggirando il Monte Pèller conduce al Pian della Nana, un meraviglioso altipiano ad oltre 2000 mt di altezza incastonato tra suggestive montagne, con il Sasso Rosso (2600 mt di quota) che chiude la vallata. Salita infinita, oltre 15 km con pendenze sempre sopra il 12-13% ma con numerosi tratti anche oltre il 20%, insomma una bella sfida da vincere, e così sarà!

Alla Malga Tassulla si arriva sfiniti ma soddisfatti dell’impresa compiuta; qui ci aspetta una meritata sosta per rifocillarsi ed ammirare il paesaggio che ci circonda, dopodiché si riparte per raggiungere con una breve salita il Passo della Forcola, da cui inizia la lunghissima discesa verso Dimaro. Ad attenderci in vetta oltre a qualche marmotta impaurita anche una strisciata di neve destinata ormai a breve vita sotto il caldo sole di questo weekend.


La parte iniziale della discesa, dopo il lago delle Salare, è bella, tortuosa ma veloce. Tutto cambia però in prossimità del bivacco Mezol, dove ci si dirige sul sentiero 374 che taglia in verticale la montagna: qui le pendenze diventano veramente importanti ed anche per il fondo smosso alcuni tratti dellla discesa diventano veramente tosti. Alla fine solo pochi riusciranno a farli in sella alle bici.

Al termine della discesa, a Baita Regazzini, ci aspetta un passaggio su Malè e poi un ultimo tratto lungo il torrente Noce che con alcuni saliscendi ci riporta a Dimaro, seguendo il tracciato del percorso “Dolomiti di Brenta Bike”.
Distanza: km 42,65
Altezza massima :  2.101 m
Altezza minima: mt 670 m
Dislivello: 1.839 m
Tempo in movimento: 4:15:15
Tempo totale: 7:10:04

Sabato 16 giugno

Alle 7,30 di mattina una breve sbirciatina alla finestra ci è bastata per capire che anche questa sarebbe stata una bellissima giornata. In programma l’itinerario “clou” della gita: la Val Meledrio e le Dolomiti di Brenta. Al gruppo si sono nel frattempo aggiunti Tiziano e Pione, arrivati ieri sera.

Claudia e Luciano oggi si dedicano al trekking, con l’obiettivo di raggiungere il gruppo dei bikers nei punti più panoramici. Per loro alla fine oltre 15 km di escursione.

I bikers invece hanno una partenza molto più agevole del giorno precedente, si sale con regolarità fino al Passo di Campo Carlo Magno attraversando il bellissimo sentiero che percorre la gola scavata dal torrente Meledrio, con alcuni tratti veramente suggestivi.

Arrivati al Passo la salita diventa più ostica e si sviluppa in parte su una pista da sci con alcuni tratti ripidi ed impegnativi.

In prossimità delle Malghe Boch, dove le marmotte pascolano tranquillamente prima del nostro arrivo, ci aspettano gli ultimi 2 tratti di salita ripida per raggiungere il Rifugio Spinale: pendenze “assassine” al 25% ma in vetta, ad oltre 2100 mt di quota, veniamo ripagati da un panorama fantastico: siamo sotto le Dolomiti di Brenta, davanti a noi il Passo Grostè con il Rifugio Graffer a oltre 2400 mt di quota, tutte intorno le più belle guglie dolomitiche: la Cima Grostè, la Cima Brenta, la Cima Tosa, tutte oltre i 3000 metri.

La sosta al rifugio, ancora chiuso ma con il vantaggio di avere la terrazza tutta per noi, ci serve per rifocillarsi ed affrontare con rinnovate energie la seconda parte del percorso. Si scende a rotta di collo giù per la ripida discesa che in poco più di 4 km conduce a Madonna di Campiglio, da cui dopo un breve giro panoramico del paese si risale al Passo di Campo Carlo Magno passando per la statale.

Dalla cima del Passo Campo Carlo Magno ci si dirige verso l’ultimo tratto del percorso, in direzione del rifugio Orso Bruno. Si attraversa un tratto paludoso (non ci s’era abituati quest’anno…) e poi ancora dura salita per arrivare ai 2100 mt di quota del Rifugio. Lungo la strada ad aspettare i biker anche un fotografo professionale, che immortala  i nostri bikers in una splendida foto sui prati sopra Folgarida. La fatica fattà verrà anche questa volta ripagata, al Rifugio Orso Bruno, da un panorama spettacolare, con le cime del Brenta dietro e quelle dell’Ortles-Cevedale davanti.

Dal rifugio una velocissima discesa, inizialmente un po’ smossa ma poi sempre più veloce, ci riporta all’albergo dove arriviamo verso le 18, sfiniti ma veramente soddisfatti per l’impresa compiuta.

Distanza: km 51,68
Altezza massima : mt. 2.156
Altezza minima: mt. 769
Dislivello: mt. 2.255
Tempo totale: 8:38:04
Tempo in movimento: 5:57:08



Domenica 17 giugno

L’ultimo giorno è - o perlomeno sulla carta sembra essere - quello di “scarico”. Si pedala con un occhio all’orologio per poter rientrare in tempo utile all’albergo, docciarsi e ripartire in direzione casa.

Claudia, Luciano e Paolo si dirigono con le bici direttamente al Lago dei Caprioli, un sito naturale veramente affascinante formato da un laghetto di acqua trasparentissima racchiuso su tre lati da suggestive foreste di abeti. Per loro 15 km di mtb, gli ultimi 4 però tutta salita!

Gli altri invece, lasciata la ciclabile, procedono su una forestale che li porta fino a circa 1700 mt. di quota. Il percorso si rivela meno agevole del previsto, probabilmente anche per la fatica accumulata nei giorni precedenti. Oltretutto ci sono alcuni tratti da fare a piedi e si verifica il primo incidente meccanico della gita, con Andrea Tamagnini che rompe la catena. Quando il gruppo arriva al Lago dei Caprioli per la sosta pranzo si è ormai fatto tardi e tutti condividono l’opportunità di rientrare direttamente all’albergo, accorciando il percorso e ripercorrendo la strada asfaltata percorsa all’andata.

Ci tratteniamo quindi qualche minuto in più sul lago per goderci in pieno relax gli ultimi momenti della vacanza. Alle 13 dopo un buon caffè si riparte e in poco meno di un’ora siamo a Dimaro, da cui ripartiamo alle 16.
Distanza: km 50,78
Altezza massima : mt. 1.688
Altezza minima: mt. 760
Dislivello: mt. 1.273
Tempo totale: 05:25:09
Tempo in movimento: 04:00:00
Due considerazioni finali per chiudere questo bel viaggio.

Una riguarda la ciclabile di fondo valle. Mi piacerebbe tanto che strutture come questa venissero realizzate anche da noi, ci sono tanti progetti ma in porto ne vanno ben pochi, forse perché chi li porta avanti non ne conosce le reali potenzialità. Con le sue numerose aree di sosta, i bicigrill, i parchi a verde, le aree giochi per bambini, ho notato che è un punto di incontro di tanta gente, famiglie, sportivi, tranquilli camminatori. Un modo di trascorrere la domenica all’aria aperta che da noi è veramente poco diffuso e che invece andrebbe stimolato.

L’altra invece riguarda il gruppo dei Biker, che si sono trovati ad affrontare percorsi veramente impegnativi da un punto di vista fisico ed a cui si è aggiunta una situazione imprevista: seguire un percorso progettato da una guida (che poi dovevo essere io) e ritrovarsi con la stessa guida che, impossibilitata ad accompagnarti, ti da le cartine in mano e ti dice “vai”…. diventa tutto più complicato. Quindi complimenti a tutti per l’impegno e per esservela cavata al meglio! Chi ha fatto il corso guide, cui questi aspetti erano stati raccontati, li ha in quest’occasione provati sul campo e sicuramente è un esperienza di cui far tesoro per le prossime escursioni.

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Foto gallery della Ciclistica Valdarbia

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