In Mountain Bike sugli Altipiani di Lavarone e Folgaria

Di ritorno dalla vacanza in MTB sugli Altipiani di Lavarone e Folgaria non mi potevo esimere dallo scrivere un breve “diario” per raccontare e ricordare le bellissime emozioni che abbiamo vissuto nei 3 giorni che abbiamo passato insieme.
Il viaggio, programmato sin dalla primavera, era incentrato sulla scoperta di questo angolo del Trentino, un vero paradiso per la Mountain Bike, dove si riesce ad abbinare sport (qui si svolgono 2 famosissime gare di MTB come la 100 km dei Forti e la Gibo Simoni Marathon), cultura (i percorsi attraversano la linea del fronte della 1° guerra mondiale, con le sue toccanti testimonianze) e paesaggio (i fantastici panorami che si aprono sulle cime più elevate).
Partiamo in 16, di cui ben 13 bikers, con 4 mezzi: 1 furgone per le bici, un pulmino e 2 auto. L’entusiasmo è “a mille”, smorzato solo in parte dalle previsioni del tempo che non promettono niente di buono per il weekend. Il viaggio si svolge senza intoppi ed arriviamo a Chiesa di Lavarone verso le 23, sotto una noiosa pioggia; l’albergo (Hotel Da Villa) è però bello e si rivelerà un’ottima scelta: camere pulite e spaziose, ottimo cibo, squisita cortesia e disponibilità dei proprietari per soddisfare le nostre esigenze, prezzo veramente buono.

Venerdì 10 giugno . Alle 7,30 suona la sveglia, dò un’occhiata alla finestra e guardo il cielo per capire che giornata ci aspetta; per chi va in bicicletta, soprattutto in montagna dove il meteo non è sempre mite e stabile, il tempo serve per capire come vestirsi, che percorso scegliere e per definire tanti altri piccoli dettagli da cui spesso dipende l’intera giornata.
Il bello della Mountain Bike è che dà l'opportunità di immergersi nella natura più profonda, di sentirsi parte del paesaggio e respirare i profumi, i silenzi ed i piccoli rumori del bosco, ma proprio per questo prima di mettersi in movimento bisogna conoscere bene come sarà questo elemento in cui vivremo in simbiosi per lunghe ore….
Non piove (ed è già qualcosa….) per cui decidiamo di rispettare il programma, con destinazione l’Altopiano di Folgaria. La prima sosta è al Forte Sommo Alto (a 1650 mt di quota) che si raggiunge con relativa facilità dalla strada forestale che si stacca dal parcheggio del Passo Sommo. Le nubi basse e la nebbia che circondano il Forte non ci consentono di ammirare il panorama che sarebbe maestoso, per cui facciamo una breve sosta e ripartiamo velocemente, anche perchè inizia a piovere. Al rifugio Camini, prima dell’inizio della lunga discesa nella vlle dei Campiluzzi, indossiamo gli antipioggia per proteggerci dalla pioggia e dal freddo: il rimedio sarà però effimero, anche perché 2 forature di Carmela e Michelle ci costringono ad ulteriori soste che contribuiscono ad acuire la sensazione di freddo. Non riusciamo così ad apprezzare la bellezza di questa discesa che attraverso malghe, prati e boschi ci conduce ai piedi della salita per la Forcella Valbona; nei verdissimi prati si incontrano gruppi di mucche al pascolo che, come se avessero voglia di giocare con noi, ci affiancano, ci sopravanzano, ci inseguono, una cosa divertentissima e mai vista!
Stringiamo comunque i denti per arrivare in fondo alla discesa, confidando in un miglioramento del tempo e nel fatto che la successiva salita (6 km per salire da quota 1250 a 1700) ci consenta di riscaldarci; nel frattempo smette di piovere e l’umore del gruppo migliora subito! La strada comincia adesso a salire su fondo sassoso il versante sud-est del Monte Toraro, con numerosi tornanti dai quali si aprono delle viste spettacolari sulla valle sottostante; l’ambiente è così incontaminato che ad un certo punto abbiamo un inaspettato e piacevole incontro con alcuni stambecchi che qui vivono indisturbati.

Si arriva al rifugio Rumor per superare l’ultimo “dente” della salita, un impegnativo viottolino tutto sassi che si affaccia sulla vallata. Qui ci capita il secondo imprevisto della giornata: Andrea si ritrova con la soletta della scarpa scollata e siamo costretti ad improvvisare una riparazione d’emergenza utilizzando una camera d’aria prima ed il nastro isolante poi per poterlo far ripartire.

Dal Passo di Valbona scendiamo con una breve discesa fino al rifugio Valbona da cui inizia un impegnativo strappo che ci riporta in quota verso i prati di Costa d’Agra, a 1800 mt di altezza. Un sito naturale bellissimo, tra prati e pinnacoli di roccia, dove purtroppo un cantiere per la realizzazione di una pista da sci ne sta pregiudicando l’integrità originaria.


Da Costa d’Agra inizia la lunghissima, varia e divertente discesa che ci porterà ai circa 1000 mt di Carbonare: dopo un primo tratto che attraversa i pascoli erbosi di Malga Pioverna si entra nel bosco (dove ci attende qualche tratto più tecnico e qualche sorpresa...), l’ultima parte è invece una perfetta strada forestale che ci consente di fare delle belle velocità fino a Carbonare; da qui con alcuni saliscendi si arriva all’albergo alle 15,30 stanchi ma felici del bel giro percorso:


Distanza: km 56,80
Altezza massima : 1805 mt
Altezza minima: 1076 mt
Dislivello: 1406 mt
Tempo in movimento: 5h 10m
Tempo in sosta: 1h 53m
Tempo totale: 7h 03m

Doccia rigenerante ed alla sera ci godiamo uno dei momenti rituali che caratterizzano ogni viaggio: la cena! Dopo una giornata passata sui pedali è il momento di recupero delle energie, ma anche quello in cui ci si rilassa e si ripercorrono i momenti più belli del viaggio, come per fissarli definitivamente nella nostra memoria. E si mangia sempre volentieri e con gusto, provando un po’ di soddisfazione per sentirsi sempre più in forma man mano che trascorrono i giorni, magari tornando dal viaggio addirittura con qualche chilo di meno.

Sabato 11 giugno. Già prima di partire sapevamo che la giornata meteo peggiore sarebbe stata quella di sabato, mi sveglio ed affacciandomi alla finestra vedo infatti il cielo plumbeo, con la pioggia che va e viene.
La colazione è meno festosa del solito, non sappiamo cosa fare … poi Antonio ci convince a partire (grazie Antonio!), e di decidere eventuali cambiamenti strada facendo.
La giornata è dedicata al percorso classico della 100 km dei Forti, che si correrà il prossimo weekend. La prima parte, che pedaliamo sotto la pioggia battente, ci porta fino al Forte Busa Verle (sopra al Passo Vezzena). In corrispondenza di un incrocio con una strada asfaltata incontriamo un gruppo di ciclisti veneti (sarà uno dei pochissimi incontri fatti nei 3 giorni), con cui scambiamo alcune battute: ci lasciamo con cordialità, ripromettendoci al prossimo incontro lo scambio di una borraccia di Chianti con gli “zuccherini alla grappa”, specialità squisitamente veneta (persino il nostro albergatore trentino non li conosceva…)

Giunti al Forte la pioggia comincia a calare di intensità e prendiamo la decisione (che si rivelerà saggia) di ultimare il giro previsto, tagliando solo un pezzo di circa 7/8 km. Dal Passo Vezzena si scende quindi alla Malga Basson per poi dirigerci in salita verso il Forte Campo Luserna; all’avamposto Oberwiesen, posto di guardia che precede il forte, ci fermiamo per un gustoso pranzo improvvisato con le nostre scorte (banane, fichi secchi, cioccolate, biscotti, barrette…) dopodichè si prosegue fino al Forte Campo, forse il più grande tra quelli costruiti all’epoca.

La successiva discesa verso Malga Millegrobebbe attraversa all’inizio un prato erboso dove sono conservati alcuni tratti di trincea della 1° guerra mondiale, dopodichè si prende una pista forestale che scende velocissima fino a Malga Laghetto. Qui percorriamo il breve sentiero che ci porta all”Avez del Prenzipe”, l’abete bianco più alto d’Europa, con un’età stimata di 250 anni ed un’altezza di 54 metri.

Il percorso della 100 km a questo punto risale verso il Monte Tablat fino all’incrocio con un divertente sentiero in single track; da qui si alternano tratti di brevi salite e discese, alcuni su fondo tecnico con molte radici scivolose, che in breve ci conducono al Forte Bevedere, l’unico restaurato ed oggi adibito a museo.
Come per incanto il cielo si apre ed un caldo sole ci consente di fare un giro panoramico dell’esterno del forte.Dal Forte un breve tratto di asfalto ci separa dall’Albergo, dove arriviamo alle 15


Distanza: km 45,45
Altezza massima : 1517 mt
Altezza minima: 1105 mt
Dislivello: 965 mt
Tempo totale: 6h 01m
Tempo in movimento: 4h 07m
Tempo in sosta: 1h 54m

Domenica 12 giugno. Il meteo questa volta sembra volerci più bene, un pallido sole illumina la piazzetta davanti all’albergo. Alla pedalata non partecipa Andrea Tamagnini, che doveva rientrare a casa in giornata, e Paolo Cortesi che un po’ più a corto di allenamenti rispetto agli altri accusa un po’ la fatica delle 2 giornate precedenti e preferisce fare un’escursione a piedi.
La giornata è dedicata alla Gibo Simoni Marathon, di cui ne percorreremo un buon tratto. Partenza alle 9,15, si scende al Lago di Lavarone e si prende il bel single track che da Pra di Sopra ci porta a Carbonare; qui si rientra nell’asfalto sulla strada principale fino alla località di San Sebastiano.
Si svolta nel prato e dopo poche centinaia di metri si entra nel bosco su un bellissimo trail tutto da guidare, che in leggera discesa e con divertenti passaggi su piccoli guadi, ponticini di legno, tratti con radici sbuca in prossimità del borgo di Perpruneri. Qui la strada diventa più facile e aggira a mezza costa il Dosso Cherle per poi affrontarlo, in ripida salita, dal versante nord/est. Ci aspetta la sfida con la salita più ripida del weekend, circa 2 km con punte fino al 23%, ma l’ottimo fondo consente a tutti di conquistare la cima con successo! In vetta tra i prati si staglia maestoso davanti noi il Forte Cherle, dove facciamo una meritata sosta.

Dal Forte la strada prosegue in salita prima più dolce lungo la strada di Valfredda, poi più sostenuta dal bivio per Malga Pioverna/Costa d’Agra. Si pedalerà in costante salita fino ai pascoli di Costa d’Agra (1800 mt di quota), già percorsi in senso inverso nel corso del primo giorno; una riposante sosta alla Malga Pioverna ci consente di fare pranzo sotto un tiepido solicino e riprendere un po’ di energie per la parte finale.

Dai prati di Costa d’Agra si scende tra pinnacoli di roccia su un sentiero panoramicissimo fino al Rifugio Valbona, poi su asfalto fino a Passo Coe.

Dopo il passo si svolta a sinistra e ci si dirige verso l’ultima ripida salita che ci conduce al Forte Dosso delle Somme. Dal Forte, posizionato strategicamente a picco sulla Valle del Terragnolo, si gode una vista fantastica ed emozionante sulla valle sottostante. La discesa verso Serrada è abbastanza sconnessa all'inizio, tutto su sasso smosso, a metà invece il fondo migliora e si ha modo anche di lanciare qualche occhiata al panorama che si apre sulla valle. L’ultima parte ci riserva però due belle sorprese! Uno scroscio di pioggia improvviso che ci zuppa ben bene anche oggi (ormai però siamo abituati…), ma soprattutto in corrispondenza di un bivio nel folto del bosco veniamo indirizzati su un favoloso ed infinito single track nel bosco, ricco di passaggi tecnici tra radici, guadi, pietre, alberi…una vera libidine per qualsiasi appassionato di MTB!!
Giunti a Francolini riprendiamo l’asfalto e ritorniamo su asfalto a Lavarone.
Si arriva all’albergo alle 15 con questi dati:

Distanza: km 52,23
Altezza massima : 1797 mt
Altezza minima: 1061 mt
Dislivello: 1392 mt
Tempo totale: 5h 55m
Tempo in movimento: 4h 45m
Tempo in sosta: 1h 10m

Si caricano le bici, un rapida doccia e si riparte (a malincuore) verso Monteroni dove arriviamo verso le 22.
Chiudo facendo i complimenti a tutto il gruppo che ha compreso ed interpretato al 100%, nessuno escluso, lo spirito cicloturistico della gita.
Ed un plauso particolare va riconosciuto alle nostre due “girls”, Carmela e Michelle, che ci hanno seguito in questa bell’avventura comportandosi in modo stupendo: alle prese con percorsi impegnativi non si sono mai trovate in difficoltà ed anche nei tratti più tecnici hanno dato prova di grande capacità di adattamento; non le abbiamo mai sentite lamentarsi e strada facendo hanno dimostrato di saper carpire dagli altri quei piccoli dettagli sul modo di affrontare certi ostacoli che gli serviranno in futuro per pedalare con sicurezza sui sentieri più difficili. Brave!

Tutte le foto nella Foto Gallery del nostro sito web

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