La GF Re Ratchis 2009 di Luciano


Ci sono delle gare che ti rimangono impresse e tutti gli anni cerchi di non mancare all’appuntamento. Per me una di queste è sicuramente la GF Re Ratchis di Abbadia, un percorso bellissimo per la MTB su e giù per i magici boschi del vulcano spento dell’Amiata.
Siamo in 7, squadra numerosa anche se mancano i “pezzi forti” Ale e Duccio, ma ogni tanto anche loro hanno bisogno di una piccola pausa per ricaricare le pile! Le previsioni meteo non sono bellissime, meno male che alla fine si riveleranno clamorosamente errate e la gara si svolgerà in una bellissima mattinata di sole con temperature gradevoli.
Mentre si va su con la macchina si comincia a pensare alla gara; ripasso mentalmente i punti più critici, penso alla condizione un po’ meno brillante degli scorsi anni e come gestire bene le forze. Andrea, che mi fa compagnia in macchina, scruta a fondo l’altimetria per cercare qualche punto di riferimento su cui impostare la sua gara, gli suggerisco di non rimanere troppo indietro all’inizio in modo da entrare nei primi single track in buona posizion e soprattutto di pensare a divertirsi per apprezzare un percorso bellissimo.
Si arriva in orario perfetto, il ritiro del pacco gara e del numero è velocissimo, alle 9 e 15 siamo già pronti per un breve riscaldamento; si provano i primi due Km, poi tutti ad aspettare lo start sotto lo striscione di partenza. Siamo in tanti, circa 700, l’atmosfera è serena e mi sento tranquillo; poco prima della partenza guardo il mio cardio, le 85-90 pulsazioni che visualizza sono sintomo di distensione; Stefano, Gabriele, Andrea, Antonio sono vicino a me e c’è tempo di scherzare, fare qualche battuta, un po’ tutti siamo quest’anno a corto d’allenamento e cerchiamo di non farci condizionare dall’ansia del risultato. Daniele e Federico invece si sono inseriti più avanti, per sfruttare meglio la fase della partenza.
Che è stranamente lenta; sarà che sono un po’ nelle retrovie, sarà che mi sono abituato agli scatti repentini del circuito Colli e Valli, fatto sta che senza forzare più di tanto riesco a rimontare molte posizioni fino all’inizio dello sterrato; poi la strada si restringe, non si sorpassa più facilmente e mi adatto al ritmo di quelli davanti.

I problemi però non tardano ad arrivare: la svolta in ripida salita sul primo single track fa mettere piede a terra a tutti e si inizia a spingere la bici! Per circa 2- 3 km si va avanti così, le code si formano con una facilità incredibile non appena ci si affaccia sui single track, decido di stare tranquillo ed attendere che la situazione si normalizzi strada facendo.
Il primo tratto è in costante salita (si sale fino alle Macinaie) e già si comincia a pregustare la bellezza del percorso. Mi trovo con un bel gruppetto, siamo una ventina e procediamo ad un passo forse anche troppo blando, però va bene così, la gara è lunga e si potrà dare di più nel finale.
Nel mio gruppetto c'è una ragazza che pedala veramente bene (a metà percorso la supererò, ma nel finale mi ritornerà sotto e mi arriverà davanti… prima classificata della cat. D2); è una curiosa sensazione quella che provo quando mi trovo a pedalare spalla a spalla con il gentil sesso. Da una parte c’è l’ammirazione per quello che sta facendo la tua avversaria, ti confronti per individuare il suo punto debole, ti entusiasmi per quello che riesce a fare in salita o nelle discese più tecniche; dall’altra c’è il tuo “orgoglio maschile” che ti pungola, ti incita a non fare “brutta figura” ma qualche volta è più deleterio che altro perché ti spinge a strafare quando non dovresti.
In prossimità delle Macinaie la fila si è ormai allungata, si procede a ritmo serrato e si comincia a fare fatica sul serio! Un piccolo incidente mi ferma subito dopo lo scollinamento, mi si incastra la catena tra le due corone davanti e non riesco a sbloccarla con le mani; alla fine mi viene in aiuto un ragazzo dell’organizzazione e finalmente riesco a ripartire. La discesa è spettacolosa, gli slalom nelle faggete, i continui saliscendi sempre in single track, le pendenze a volte vertiginose che ti caricano di adrenalina ti fanno sembrare tutto meno faticoso; in realtà si spendono molte energie e pianura per recuperare ce n’è veramente pochissima.
Poco oltre la metà gara si risale nuovamente nel bosco, sto bene e cerco di forzare un pochino visto che i miei compagni sembrano accusare la salita più di me; in realtà tanto sforzo e poco guadagno ... e nella successiva discesa mi rientrano tutti. Il gruppetto si è però ormai sfaldato, siamo rimasti in 4/5 e sulla successiva discesa ad un certo punto raggiungo Stefano, sta ripartendo dopo una foratura e andiamo per un po’ insieme fino all'inizio dell’ultima salita. Ha qualcosa più di me, nei primi tratti perdo qualche metro ma decido di non mollare, anzi cerco di prenderlo come riferimento per chiudere bene la mia gara. La sua gomma continua però a sgonfiarsi e si ferma nuovamente; gli lascio la pompetta e continuo, sto benino e mi accorgo che posso recuperare ancora qualche posizione.
A metà dell'ultima salita, quando mancano ormai meno di 5 km all'arrivo, raggiungo un gruppettino davanti a me e mi sembra di vedere una maglia delle nostre; appena mi faccio sotto trovo infatti Gabriele, un po’ in crisi dopo una partenza forse troppo sparata. Mi accodo al suo gruppetto, ma mi rendo presto conto che sono tutti in grossa riserva, mentre io ho qualche goccia di benzina in più; poco alla volta riesco a prendere un minimo vantaggio, scollino da solo e nella discesa vengo presto raggiunto da un biker "discesista”. Ne approfitto per prendere le sue ruote, la discesa è tecnica, per farla veloce bisogna essere concentrati perché ci sono molti ostacoli (sassi, radici) e la presenza di un compagno mi aiuta moltissimo.
In pochi minuti si arriva allo stadio, per un arrivo veramente bello ed originale. Chiudo contentissimo ed anche in buone condizioni in 3h e 7 minuti, che è il mio tempo record su questa gara, per me è come aver vinto!
La fatica si farà poi sentire nel dopo gara, ma questo è un altro film …..

Luciano Fusi

Commenti

  1. Salve a tutti, ecco la mia personale esperienza nel partecipare per la prima volta alla gf re ratchis. Nei giorni precedenti mi ero piu' volte guardato l'altimetria e sinceramente ero abbastanza spaventato, immaginandomi anche sentieri da vera montagna con sassi, radici e ostacoli di vario genere. Durante la settimana precedente il tempo era pure stato abbastanza piovoso.
    Decido quindi di partire piano e di seguire il gruppetto, anche se il mio passo potrebbe essere piu' spedito e mi tocca piu' volte scendere di bici a causa di qualcuno piu' principiante di me. Ho quindi il tempo e il fiato di ammirare la fitta vegetazione di faggi e castagni nonche' di godere della pace che regna nel bosco; anche le bici passano silenziose con le ruote sul tappeto di foglie. In vicinanza delle macinaie decido di cominciare ad accelerare; i sorpassi aumentano e purtroppo anche le cadute (una di queste sul passaggio poco prima di dell'asfalto), per fortuna tutte abbastanza comiche e senza conseguenze.
    La seconda parte di gara e' meno dura ma con diverse discese molto tecniche e veloci, quindi cerco di stare a ruota di qualcuno piu' esperto. I miei compagni adesso hanno delle maglie laziali che riesco a superare in salita ma poi vengo regolarmente ripreso in discesa.
    Ai 15 km dall'arrivo sfodero la mia arma vincente: il gel energetico! Era la seconda volta che facevo uso di questo prodotto, ma l'effetto che sento stalvolta e' impressionante. La speranza (che e' anche quella di tutte le gare disputate finora) e' di vedere finalmente una maglia della ciclistica valdarbia con cui provare a lottare, ma a 10 km dall'arrivo il solito inconveniente meccanico che mi perseguita dall'inizio dell'anno: la rottura della catena.
    Ormai sono esperto nel mettere la falsa maglia e perdo soltanto qualche minuto.
    Risorpasso i precedenti compagni di gara e finalmente sono in vista dell'abitato di Abbadia. L'eccitazione di un ottimo arrivo mi mette le ali ai piedi, quando un ostacolo mi si para improvviso davanti: un cancellino condominiale. Fortunatamente riesco a evitare il paletto e a rovinare addosso alla rete senza farmi niente. Rimonto in sella e faccio il mio ingresso a tutta velocita' nello stadio. Volo sulle tavole che hanno messo sui gradoni e anche stavolta rischio di brutto di schiantarmi contro la ringhiera.
    L'arrivo in 3h20' e' per me un ottimo tempo!
    Le emozioni non finiscono perche' prima del ristoro sembra di assistere ad una puntata di ER con Luciano come protagonista!
    Ciao, alla prossima gara

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